sabato 30 aprile 2016

Festival Cerealia : quest'anno anche a Milano




 FESTIVAL CEREALIA  2016
  ROMA 9-12 GIUGNO


 IL 7 giugno verrà presentato ufficialmente alla stampa il programma del festival Cerealia edizione 2016 che si terrà come di consueto a Roma dal 9 al 12 giugno.
Ospite d'onore quest'anno il Marocco, importante paese sul Mediterraneo di cui parecchi cittadini sono ora anche cittadini italiani, che porterà la propria cultura, tradizioni e sviluppo tra gli eventi in programma.

Come sempre il festival si propone non solo di far conoscere, ma anche di diventare occasione per familiarizzare con i paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che condividono con noi la storia che il Mare Nostrum serba nella sua memoria.

Vogliamo qui riportare alcune pagine del sito del "Festival Cerealia", per meglio far comprendere il  l'importanza dell'iniziativa.

Aisu quest'anno è tra i promotori.
L'edizione Lombarda è prevista per il prossimo autunno 
In programma per Milano già alcuni interventi di grande interesse economico-culturale : 
-  Mais, coltivare pensando: come produrre granella di qualità in modo sostenibile  
-  Riso:  tradizione  e Know-how al servizio del futuro
-  La finanza islamica
-  Cambiamenti climatici e agricoltura
... in preparazione


 La Festa dei Cereali nell’antica Roma
La bionda dea Cerere – inclusa nella Triade dell’Aventino (con Liber e Libera) – veniva celebrata in una grande festa che durava otto giorni e cadeva in aprile, dal 12 al 19: erano i Cerialia, festa di propiziazione piuttosto che dei lavori agricoli. Il colore bianco era l’insegna delle celebrazioni, per sacerdotesse e devoti tutti. L’avvio alla festa era dato da una solenne processione a cui seguivano i Giochi di Cerere, che si distinguevano in Ludi circenses e Ludi scaenici, la cui gestione spettava agli edili plebei. La parte più spettacolare avveniva il 19 aprile: il grande giorno delle solennità rituali e delle attività ludiche spettacolari, che comprendevano la corsa delle volpi nel Circo Massimo.

Nel mese di maggio, si celebrava il rito del “finto raccolto”,
 proprio nel periodo critico in cui la fioritura delle spighe avrebbe potuto essere esposta al rischio di una possibile ultima gelata. Per  3 volte, a giorni alterni, dopo le none e prima delle idi di maggio, il 10 il 12 e il 14, come racconta Servio (Ecloghe VIII,82), le tre Vestali più anziane coglievano prematuramente le spighe di farricello, il grano vestito, più povero, e le deponevano nei cesti che sarebbero stati poi usati alla mietitura: riempire anticipatamente quei cesti significava che la coltivazione sarebbe andata a buon fine. Sempre le Vestali provvedevano finalmente a preparare il finto pane e, con l’aggiunta di un’apposita dose di sale, pestato e cotto al forno, la cosiddetta mola salsa, un impasto che, trasformato in piccola parte in focaccia, veniva offerto a Vesta mentre il resto, conservato come tale era destinato ad uso sacrificale.
Se ne cospargevano infatti le teste degli animali da offrire in sacrificio agli dei che venivano pertanto “immolati”, prima d’essere uccisi. Per confezionare la mola salsa era d’obbligo usare acqua sorgiva, incontaminata, che per un certo tempo venne attinta alla fonte del bosco delle Camene, fuori della Porta Capena delle mura urbane, poi dalla Fonte di Giuturna nel Foro Romano, con recipienti che non dovevano toccare il suolo, sicché avevano la parte inferiore quanto più stretta possibile, al punto da rovesciarsi se poggiati a terra.

La finta panificazione aveva luogo proprio nel giorno dei Vestalia, il 9 giugno, e non a caso in quello stesso giorno si celebrò in seguito la festa dei pistores, i fornai, che addobbavano per l’occasione con serti di fiori le macine dei loro molini (Ovidio, Fasti VI, 311).

Nella seconda settimana di giugno, tra il giorno 7, quando Vesta aperitur, come si legge nei calendari (quando il tempio di Vesta nel Foro Romano, veniva aperto) e il giorno 15, quando Vesta clauditur (il tempio veniva chiuso), si svolgeva una serie di riti che, tra loro collegati, davano vita a un vero e proprio ciclo, che è stato definito “dei cereali”.
(Romolo Augusto Staccioli



Il modello glocale
Cerealia applica come struttura organizzativa il “modello glocale”, neologismo che definisce un operato che valorizza il lavoro di vari operatori/partner nella dimensione locale, mentre fa del network lo strumento per la dimensione globale e internazionale del lavoro e della progettazione dei contenuti e delle attività.

L’intento è quello di utilizzare una dimensione organizzativa “leggera”, che non preveda la moltiplicazione di apparati centralizzati, ma l’utilizzo delle potenzialità di ogni struttura aderente al Festival; agendo come una rete culturale-organizzativa, in cui la cooperazione sia finalizzata al raggiungimento di un unico scopo condiviso da soggetti differenti, pubblici e privati.
Le organizzazioni che aderiscono a Cerealia nella modalità di “partner”, mettono a disposizione del progetto il proprio know-how, materiale ed immateriale, in termini di contenuti, strutture, risorse umane. I vari partner operano in sinergia con l’entità di coordinamento (MThI), che cura la scelta dei contenuti finali e la gestione dei processi. La ripartizione dei compiti avviene in modo che siano sviluppati localmente. Il modello glocale esalta quindi la valorizzazione delle differenze nella gestione del Festival sui singoli territori coinvolti, nella relazione di ogni partner con il territorio di riferimento, nell’approccio alla programmazione delle sue attività, in una dinamica che tenga conto dei principi di interculturalità e sostenibilità.

Questo approccio consente al partner di capitalizzare al massimo la partecipazione al Festival sul proprio territorio, aderendo così a una manifestazione di cui si sente parte non solo idealmente, ma anche per aspetti concreti. MThI si occupa – in sinergia con i partner – della organizzazione generale, della programmazione e di definire le linee guida delle attività di promozione.
Cerealia opera dando valore al modello di “economia collaborativa” (sharing economy), sistema ad ampio potenziale dei nuovi modelli di produzione e consumo basati sulla condivisione.
(Tratto dal sito di Cerealia)